Storia dei Castelli del Casentino
I Castelli
Zona di confine, la valle ha visto contrapporsi le popolazioni dei Longobardi, dei Goti e dei Bizantini, che hanno attestato la loro presenza sul territorio con fortificazioni a partire dall'alto Medioevo. Il numero delle torri, dei fortilizi dei castelli residenza e dei borghi fortificati supera le 60 unità. Questi sorgevano quasi sempre sulle alture, lungo le arterie viarie e presso passaggi obbligati, a controllo e dominio del territorio. Le fortificazioni dell'alto Casentino sono appartenute prevalentemente alla dinastia dei Conti Guidi, mentre da Bibbiena fino a Subbiano erano soggette alla famiglia dei Vescovi-Conti della città di Arezzo. Dalla seconda metà del XV secolo il Casentino seguì le sorti legate alla città di Firenze.
Ad oggi sul territorio del Casentino si possono ancora scorgere molti di questi castelli, torri e fortificazioni, sebbene in numero esiguo rispetto a quello originale; tra quelli meglio conservati, il castello di Poppi, che domina in posizione centrale la vallata dall'altura su cui sorge il borgo di Poppi; a nord della vallata tra i comuni di Pratovecchio Stia il castello di Romena, risalente all'XI secolo, anch'esso in posizione dominante, si presenta come un complesso di ruderi, oggetto di un recente restauro, caratterizzato dalle sue 3 torri quadrangolari e da una strada di accesso con 2 lunghe file di cipressi; poco più a nord il Castello di Porciano, essenzialmente una grossa torre quadrangolare costruita attorno al 1000, che fu restaurata dopo un accurato scavo archeologico ed è oggi abitazione dei proprietari e museo archeologico etnografico, la torre ben si integra con il borgo che la circonda: l'insieme ha mantenuto la sua antica conformazione grazie a rigidi vincoli architettonici.
Porciano possiede una notevole visuale sull'intera vallata (in condizioni atmosferiche favorevoli dal borgo di Porciano si arriva a scorgere la piana in cui sorge Arezzo); più a sud, nel centro storico di Bibbiena presso piazza Tarlati, è ben visibile la Torre dell'Orologio, ovvero ciò che rimane, insieme ad un tratto di muro perimetrale e ad una piccola torre, dell'antico castello distrutto durante la battaglia di Campaldino, nel 1289.
Molti dei castelli e delle torri del Casentino sono stati distrutti nel corso di battaglie, in particolare alla fine del Quattrocento: all'epoca il capitano di ventura Bartolomeo d'Alviano, al soldo di Venezia, distrusse molti degli avamposti fortificati fiorentini, non essendo riuscito ad espugnare quello principale, ovvero il castello di Poppi; tra i castelli distrutti, il castello di Fronzola, a pochi chilometri da Poppi, che in passato aveva avuto un ruolo politico e strategico di primo piano sul territorio casentinese (la posizione del castello era favorevole per usare armi di assedio verso Poppi, Bibbiena, e l'intera piana di Campaldino); il castello, accessibile raggiungendo la località di Fronzola nei pressi di Poppi, si presenta oggi come un insieme di ruderi in stato di abbandono, in gran parte ricoperti dalla vegetazione.
Altri castelli casentinesi in rovina sino ad epoche recenti, ebbero una sorte migliore rispetto a quello di Fronzola: è il caso del Palagio Fiorentino, situato a Stia, e del castello di Valenzano, situato invece all'estremo sud della vallata; i ruderi dei castelli, entrambi di antica edificazione (il primo risale al XIII secolo, il secondo fu realizzato a partire dal X secolo) furono oggetto di intense attività di restauro alla fine dell'Ottocento, che conservando l'aspetto originario dei castelli, introdussero anche degli elementi architettonici di influenza tardo romantica.