Castello di Borgo alla Collina in Casentino - GUIDA TURISTICA DEL CASENTINO

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Castello di Borgo alla Collina

Borgo alla Collina è un villaggio “posto su amenissimo colle, forse il più caratteristico del Casentino”, (E.Repetti) nel Valdarno casentinese.
Fu signoria dei conti Guidi del ramo di Battifolle e di Poppi, cui apparteneva il conte Roberto, amico del Petrarca, che assegnò in dote il villaggio, con le sue giurisdizioni e distretto, alla figlia contessa Elisabetta, moglie di Giovanni di Cante Gabrielli da Gubbio.
La contessa, riferisce - un atto pubblico del 1392, pose sotto “l’accomandigia” della Repubblica Fiorentina se stessa e Borgo alla Collina, con obbligo di cederlo al Comune di Firenze alla sua morte. La morte avvenne nel 1441, ed il comune di Firenze donò il castello a Cristoforo Landino come premio dei suoi servigi.
I passaggi di proprietà del castello nei periodi successivi sono abbastanza complessi. Sappiamo che all'inizio del 1700 apparteneva alla famiglia Bassi dalla quale nel 1736 passò, a seguito di un matrimonio, alla famiglia Gatteschi. E sempre a seguito di un matrimonio nel 1850 alla famiglia Nardi di Pratovecchio.

Nelle divisioni patrimoniali, il palazzo toccò a Elisa Nardi, che andata in sposa il 19 giugno 1884 a Giuseppe Pauer, la fece divenire una delle importanti dimore della nuova famiglia. Tanto che nel 1895 i Pauer d’Ankerfeld vi ricevettero il Re d'Italia.
Giuseppe Pauer fu segretario generale della prefettura dell'Arno con i francesi e nel 1844 assunse anche, per un certo periodo, la direzione della Segreteria di Stato con il granduca.
A seguito della morte del figlio di Elisa, il castello, con gli altri beni, passò nuovamente alla famiglia Nardi. fino ad arrivare, attualmente, al demanio che lo ha concesso in affitto all’Accademia Casentinese che ne ha fatto la sua sede.


(Annotazioni riprese da: Dizionario Storico della Toscana di “E. Repetti”- Storia e statuti della Comunità di Borgo alla Collina dal 1356 al 1738 –Comune di Castel S. Niccolo’-a cura di Mario Agostini.)

La casa del Landino, divenuta nel tempo proprietà demaniale e restaurata dopo le rovine provocate dalla seconda guerra mondiale, è stata eletta a sede dell'Accademia Casentinese di Lettere-Arti-Scienze ed Economia.
Durante le indagini per l'aggiornamento della Guida del Casentino di Carlo Beni, il notaro Vettori venne in possesso degli atti di un’Accademia Casentinese operante nell'alto Casentino dal 1836 al 1847. La ricostituzione è avvenuta nel 1967 con atto rogato dal dottor Massimo Taiti Notaio in Bibbiena: e vedeva in qualità di primo presidente l’avvocato Dante Ricci, penalista e umanista, ed in qualità di suoi collaboratori l’ingegner Piero Focacci, il conte ammiraglio Luca Goretti De’Flamini, il notaio Giulio Vettori.
Nel 1978 divenne presidente il professor Vittorio Vettori, scrittore critico e letterario, a cui è succeduto e tuttora in carica il Prof. Massimo Canuti, medico primario di Careggi.

Le finalità che si propone l'Accademia sono evidenziate nello statuto all'articolo tre:
“L’Accademia si ripropone di far rivivere la nobile tradizione umanistica del Casentino mediante un rinnovato impegno di cultura anche a livello internazionale e di favorire il progresso economico della valle in tutti i settori, principalmente in quello turistico, artigianale e agricolo- forestale, in armonia con gli Enti locali e con gli Organi di sviluppo e di promozione esistenti”.
Nell'articolo quattro si dice che per conseguire le finalità l'Accademia potrà promuovere studi e relazioni in campo culturale, organizzare convegni, seminari, corsi di lezione e letture, favorire scambi di personalità ed enti rappresentativi italiani e stranieri, istituire premi e borse di studio allestire mostre e manifestazioni di carattere artistico, turistico, tecnico - artigianale agricolo - forestale, pubblicare gli studi, i saggi, le conferenze più notevoli attuati nei vari settori dell'attività culturale.

In conclusione, in virtù, soprattutto, dell'opera che l'Accademia Casentinese ha finora svolto, assumendo iniziative di respiro internazionale e ospitando e premiando personalità di ogni paese, si può davvero affermare che il castello di Borgo alla Collina è uno dei luoghi più ricchi di storia e di cultura del Casentino.

(La documentazione è stata ripresa da appunti fatti dal professor Silvio Gennai, la signora Fabrizia Fabbroni e dall’Atto Costitutivo dell’Accademia, gelosamente conservati e concessi per la visione dal concittadino Giuseppe Ceccarelli, detto ”Sergio”la cui opera di “Castellano”all’interno dell’Accademia è veramente pregevole e da tutti i componenti molto apprezzata).

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