Rievocazione Storica del Carnevale a Bibbiena
Le origini della festa risalgono al 1350, quando la potente famiglia dei Tarlati era signora di Bibbiena.
Sembra che la festa sia nata a seguito della vittoria, nella battaglia all'Olmo di Arezzo, alla quale aveva preso parte, l'ormai vecchio Pier Saccone Tarlati.
Un altra ipotesi vuole che sia nata a seguito di uno dei tanti assedi subiti da Bibbiena a causa dei Fiorentini...erano gli anni 1359/60 e signore di Bibbiena era Marco Tarlati; che, per dimostrare agli assediati che all'interno del paese non vi era carestia, fece bruciare sulle mura un grosso ginepro assieme alle più svariate vettovaglie. Bibbiena fu ugualmente espugnata dai Fiorentini, per il tradimento di alcuni cittadini..., capeggiati da un certo ser Uccio.
L'ipotesi più probabile, è che Pier Saccone abbia voluto imitare le feste che venivano allestite in quegli anni a Firenze.
Comunque, da allora, il Martedì grasso, i due rioni di Bibbiena, organizzavano la festa : i piazzolini colori bianco e celeste,avevano al proprio interno la società del "bello ballo". I fondaccini, colori giallo e rosso, avevano al loro interno la società del "bello pomo"; si trova scritte che gruppi di giovani con merli vivi legati al cappello con dei nastri, andavano di porta in porta, cantando antiche canzoni, raccogliendo cibo e vino per la festa.
Alle ore 5 del pomeriggio, al suono della campana della torre principale del castello (campanone), i Piazzolini e i Fondaccini si portavano nella piccola piazza che divide i due rioni, chiamata appunto "piazzolina", dove il più anziano dei fondaccini dava fuoco ad un ginepro detto "bello pomo" e la festa continuava poi frà canti, balli ed abbondanti libagioni.